Cookie Consent by Free Privacy Policy website Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, PROGRAMMA settembre 2019 - settembre 2020
ottobre 15, 2019 - Centro Pecci

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, PROGRAMMA settembre 2019 - settembre 2020

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci PROGRAMMA settembre 2019 - settembre 2020 

Cristiana Perrella, Direttrice Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci: “Con il programma che annunciamo oggi, il #centropecci conferma la sua missione di luogo di ricerca aperto alle contaminazioni, alla molteplicità di sguardi, al dialogo di più voci. Creazione, conoscenza, innovazione sono obiettivi che il nostro #museo si propone da sempre. L’intenzione è ora di perseguirli con un’attenzione particolare ai grandi temi del presente, alle “forze sismiche della contemporaneità”, convinti che l’arte possa darne una lettura illuminante. 

La nostra programmazione espositiva quest’anno sarà caratterizzata dalla presenza di molti artisti italiani di diverse generazioni - Jacopo Miliani, Eva Marisaldi, Fabio Mauri, Gio Ponti, Francesco Vezzoli, Martino Gamper, Mario Rizzi, Luca Vitone, Chiara Fumai - scelti per la loro capacità di guardare al proprio tempo, interpretarlo, incidere su di esso. Proporremo inoltre le prime grandi personali in Italia di due artiste internazionali: festeggeremo infatti con una retrospettiva progettata insieme all’artista stessa gli 85 anni di Simone Forti (Firenze, 1935), artista, danzatrice, coreografa, la cui famiglia era di #prato; e presenteremo il lavoro di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale nella California degli anni Sessanta e Settanta. 

Vogliamo poi lavorare sempre più alla valorizzazione del nostro patrimonio, non solo le opere della collezione - protagoniste di una nuova serie di allestimenti a tema - ma anche gli archivi, la biblioteca, risorse preziose per la comunità che devono diventare sempre più accessibili e produttive in termini di ricerca generata. 

Il desiderio rimane quello di essere un centro di riferimento nazionale e internazionale per la creatività contemporanea ma anche di coinvolgere in modo attivo la comunità intorno al #museo, di aprirlo alla città e farne uno spazio comune.” 

In corso 

Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today #mostra e programma
fino al 13 ottobre 2019 

programma: 

15 settembre – 12 ottobre 2019 

Jacopo Miliani. Infinity 

19 settembre – 25 settembre – 2 ottobre 

My fever. Voci, suoni e immagini della club culture 

Continua fino al 13 ottobre Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today, il progetto espositivo poliedrico e multidisciplinare che esamina la storia del clubbing con un focus specifico su architettura e design. La #mostra rappresenta una volta di più l’attenzione del Centro per i molti linguaggi della contemporaneità, e la più recente volontà di indagare i luoghi non convenzionali del sapere per raccogliere e approfondire le testimonianze della contro-cultura. Con film, fotografie, video, manifesti, abiti e opere d’arte, la #mostra comprende anche una serie di installazioni luminose e sonore che accompagnano il visitatore in un viaggio affascinante attraverso il mondo del glamour, delle sottoculture e della ricerca nella notte che non finisce mai. 

Per l’ultimo mese di programmazione Night Fever si arricchisce di un intenso public program che ne approfondisce i temi e le suggestioni. Dal 15 settembre fino alla fine della #mostra l’artista Jacopo Miliani (Firenze 1979) condurrà INFINITY, un workshop di danza da lui appositamente ideato per il #centropecci composto da 5 appuntamenti. Gli incontri sono veri e propri momenti performativi che intendono creare un nuovo rapporto con il pubblico della #mostra, proponendo una riflessione su come la danza modifichi le modalità di fruizione del #museo creando intorno ad esso nuove comunità. Ciascun appuntamento (ogni domenica dalle 17 alle 19 a partire dal 15 settembre, su prenotazione) avrà un focus specifico, individuato da Miliani in relazione alle tematiche più urgenti degli anni Novanta: il corpo, la comunità, il linguaggio ripetitivo, la trasformazione. 

L'esperienza del workshop culminerà nell’apertura al pubblico il 12 ottobre durante la Giornata del Contemporaneo, con la performance BURNING, che vedrà la partecipazione speciale di Yanou Ninja, una delle star del Voguing, lo stile di danza nato negli anni Settanta all’interno della comunità LGBT nera e ispanica, poi cresciuto fino a diventare un fenomeno globale. 

Il secondo appuntamento del public program, My Fever. Voci, suoni e immagini della club culture, vedrà alcuni esperti e “personaggi della notte” condurre visite guidate in #mostra, coniugando il proprio racconto privato all’analisi di alcuni momenti salienti della storia della club-culture. 

Autunno 2019 

20 settembre – 6 ottobre 2019 

Caleidoscopio. Sguardi Cangianti 

12 ottobre – 8 dicembre 2019 

Eva Marisaldi. 15esima Giornata del Contemporaneo AMACI 

A cura di Marta Papini 

8 novembre 2019 – 3 Maggio 2020 

The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’ 

A cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato. Progetti speciali a cura di Camilla Mozzato. Progetto di allestimento di Can Altay 

8 novembre 2019 — 2 febbraio 2020 

Luca Vitone. Romanistan 

A cura di Cristiana Perrella e Elena Magini 

8 novembre 2019 — 2 febbraio 2020 

Mario Rizzi. Bayt – Casa 

A cura di Cristiana Perrella 

L’autunno del #centropecci si aprirà con due piccoli preziosi progetti nella project room del #museo. Dal 20 settembre al 6 ottobre la #mostra Sguardi Cangianti rappresenta il momento conclusivo del laboratorio fotografico Caleidoscopio (novembre 2018 – giugno 2019), vincitore del bando “Prendi parte” del Mibac e rivolto a ragazzi tra 18 e 29 anni che, accompagnati dal fotografo ivoriano Mohamed Keita (Mahapleu, Costa D’Avorio, 1993) e altri esperti del settore, hanno avuto la possibilità di acquisire competenze e capacità nell’ambito della fotografia e dei nuovi media, spendibili in ambito espressivo e lavorativo. In occasione della #mostra diffusa dedicata a Eva Marisaldi (Bologna, 1966) per la Quindicesima Giornata del Contemporaneo e promossa da AMACI (Associazione Musei #arte Contemporanea Italiani), il #centropecci ospiterà l’opera Untitled, 1999 che sarà esposta fino all’8 dicembre 2019 in dialogo con altre due opere dell’artista. 

Dal 8 novembre il #museo sarà completamente ripensato in tutti i suoi spazi espositivi principali con tre nuove mostre. 

The Missing Planet è il primo di una serie di riallestimenti della collezione del #centropecci, pensati dalla direttrice Cristiana Perrella per renderla sempre disponibile al pubblico secondo percorsi tematici che ne approfondiscano i nuclei principali. Strutturati in vere e proprie mostre, ogni volta curate da un esperto invitato come guest curator e dal responsabile delle collezioni Stefano Pezzato, tali riallestimenti accostano alle opere di proprietà del #museo dei prestiti da importanti collezioni private e pubbliche. Per The Missing Planet il curatore ospite sarà Marco Scotini che ha composto una 'galassia' delle principali ricerche artistiche sviluppate nelle ex repubbliche sovietiche, dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, dagli anni Settanta ad oggi, partendo dal vasto corpus di opere acquisite nella collezione del #centropecci in occasione delle mostre Artisti russi contemporanei nel 1990, Progressive Nostalgia nel 2007 e La fine del mondo nel 2016. Il progetto originale dell’allestimento è dell’artista Can Altay (Ankara, 1975), secondo la modalità di “appropriazione” e riconfigurazione di lavori altrui attraverso l’uso di dispositivi architettonici che ne indirizzino la visione tipico della sua pratica artistica. 

Romanistan di Luca Vitone (Genova, 1964) e Bayt – Casa di Mario Rizzi (Barletta 1962) sono invece le mostre che presentano due progetti vincitori della quarta edizione del bando Italian Council del Mibac. Romanistan è il racconto del viaggio compiuto da Vitone per ripercorrere a ritroso, da Bologna a Chandigar, il cammino di Rom e Sinti dall'India nord occidentale fino all’Italia. Sulle tracce di una migrazione avvenuta tra l’VIII e il XIV secolo, l’artista approfondisce un interesse, quello per la cultura romaní, che è stato presente nel suo lavoro fin dagli anni Novanta. Accanto al film e all’installazione prodotti per l’occasione, la #mostra presenta una selezione di opere precedenti legate al tema. 

La #mostra di Mario Rizzi, Bayt (“casa” in arabo), presenta la trilogia omonima di film, di cui The Little lantern, prodotto grazie all’Italian Council, è il capitolo conclusivo dopo Al Intithar (L’Attesa, 2013) e Kauther (2014). L’intera trilogia contribuisce a dare una visione sensibile, profonda e complessa di temi quali l’identità femminile nel mondo arabo, il concetto di casa e di sradicamento, le spinte tra innovazione e conservazione che hanno percorso e percorrono il Mediterraneo. 

The Little Lantern e Romanistan sono progetti realizzati grazie al sostegno della Direzione Generale #arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito del progetto Italian Council (IV edizione, 2018) Inverno 2020 

12 dicembre 2019 – 27 gennaio 2020 

Fabio Mauri. Che cos’è il fascismo
Reenactment della performance a cura di Cristiana Perrella e Elena Magini
Una produzione di Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Studio Fabio Mauri, Accademia di Belle Arti di Firenze. In collaborazione con il Teatro Metastasio, #prato e Arti e Spettacolo, L’Aquila. Regia di Giancarlo Gentilucci 

Prima 12 dicembre, ore 21.00
Repliche 15, 22 dicembre; 5-12-19 -27 gennaio, ore 21.00; 17-24 gennaio ore 11.00 e ore 21.00 

febbraio 2020 

Casa bella. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Giò Ponti 

A cura di Francesco Vezzoli 

Presentata al #centropecci nel 1993 come parte di Inside/out, la storica performance Che cosa è il fascismo di Fabio Mauri (Roma, 1926 – 2009), verrà riattivata dal 12 dicembre al 27 gennaio, grazie ad una nuova produzione del #centropecci insieme allo Studio Fabio Mauri e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, in collaborazione con il Teatro Metastasio di #prato e Arti e Spettacolo de L’Aquila. 

La performance presentata per la prima volta nel 1971 a Roma e non più rappresentata dal 1997, prende spunto dal ricordo della visita di Hitler a Firenze nel 1938 e consiste nella ricostruzione dei ‘Ludi Juveniles’ organizzati per quell’occasione. Riproponendo una realtà aberrante con le stesse modalità seduttive del passato, l’opera crea una sensazione fortemente respingente per il pubblico. 

Casa bella. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Giò Ponti, è un progetto speciale curato da Francesco Vezzoli (Brescia, 1971). Vezzoli concepisce per il #museo un dialogo tra le sue opere e le ceramiche realizzate da Gio Ponti (Milano, 1891 – 1979) durante la sua collaborazione con la Richard-Ginori di Doccia, Firenze, di cui fu direttore. Interessato da sempre all’analisi della storia del gusto borghese, al modo in cui le sue evoluzioni segnano passaggi fondamentali dell’epoca moderna, rivelandone in controluce aspetti psicologici profondi, Vezzoli si focalizza su un elemento “anomalo” dell’attività di Ponti, noto per il rigore quasi anticlassicista delle sue architetture. L’attività per la manifattura di Doccia, infatti, mette in luce un aspetto diverso della sua creatività, nella contaminazione tra la tradizione e i linguaggi contemporanei, il classicismo e le influenze orientali. Le linee sinuose delle sue ceramiche, ma soprattutto i decori, appaiono molto lontani dal razionalismo senza fronzoli dei suoi lavori architettonici. Nella #mostra le ceramiche di Ponti saranno accostate a sculture di Vezzoli, di cui una parte realizzate appositamente per la #mostra, in un allestimento progettato da Martino Gamper (Merano, 1971), designer italiano noto per il suo irriverente approccio ai grandi classici del modernismo. 

Primavera 2020 

giugno 2020 

Simone Forti. Senza Fretta 

A cura di Luca Lo Pinto 

giugno 2020 

Heroes and Sheroes. L’arte di Sister Corita Kent 

A cura di Camilla Mozzato e Tommaso Speretta 

Nella primavera del 2020 il #centropecci presenterà il secondo allestimento della collezione secondo i suoi principali nuclei tematici, affrontando la relazione che lega linguaggio, immagine, azione e suono nelle ricerche contemporanee. Prendendo avvio dal nutrito gruppo di opere (più di duecento) di poesia visiva che fanno parte del patrimonio del #museo, anche grazie alla donazione di Carlo Palli, la #mostra traccerà un percorso che dalle neoavanguardie degli anni Sessanta arriva all’attualità. 

Oltre al riallestimento della collezione, nella primavera 2020 il #centropecci inaugurerà Senza Fretta, la prima grande #mostra in Italia dedicata a Simone Forti (Firenze, 1935) artista, danzatrice, coreografa, teorica la cui opera fondamentale ha ridefinito la relazione tra corpo e oggetti, movimento e scultura. La #mostra, curata da Luca Lo Pinto e sviluppata in stretta collaborazione con l'artista, la cui famiglia era originaria di #prato, si propone di offrire una panoramica dell'ampia gamma creativa che ha definito i suoi oltre 60 anni di attività, presentando, tra l’altro nella sua interezza la seminale serie dei Dance Constructions. Senza Fretta è concepita come un grande paesaggio con uno speciale display progettato da Forti che esprime una cornice cronologica optando per una coreografia intuitiva, che #mostra l'evoluzione naturale e lo scambio tra danza, film, disegno, suono e scrittura, in linea con la vocazione multidisciplinare del #centropecci. 

Accanto alla personale di Simone Forti e alla #mostra della collezione sulla poesia visiva, il #centropecci ospiterà la prima #mostra personale in Italia di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale, che opera a partire dagli anni ‘50 in California. Il lavoro di Sister Corita evolve da figurativo e religioso fino a incorporare immagini pubblicitarie e slogan, testi di canzoni popolari, versi biblici e letteratura, per diventare, a partire dagli anni '60, sempre più rivolto ad una riflessione di protesta sulla povertà, il razzismo e l'ingiustizia. La #mostra, curata da Camilla Mozzato e Tommaso Speretta, indagerà sia la produzione artistica, con un’accurata selezione tra le oltre 800 edizioni serigrafiche, le migliaia di acquerelli e le innumerevoli commissioni pubbliche e private, sia la figura politica di Sister Corita Kent attraverso la restituzione di una ricerca documentale, interviste, fotografie e materiali d’archivio. 

Autunno 2020 

settembre 2020 

Chiara Fumai. Poems I will Never Release, 2007-2017 

A cura di Francesco Urbano Ragazzi e Milovan Farronato
Una co-produzione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e Centre d'Art Contemporain Genève. In collaborazione con La Casa Encendida, Madrid e Kiosk, Ghent 

La fine dell’estate 2020 vedrà l’apertura della nuova stagione espositiva con un’ampia retrospettiva dedicata all’opera di Chiara Fumai (Roma 1978 - Bari 2017). La #mostra sarà l’occasione per analizzare e approfondire la pratica radicale dell'artista e avrà un ruolo decisivo nell'indagine di una personalità che ha contribuito a sviluppare sia i linguaggi della performance sia l'estetica femminista del XXI secolo. 

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana Viale della Repubblica 277 – #prato www.centropecci.it 

 

 

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