Cookie Consent by Free Privacy Policy website PROJECT ROOM #14. Rosa in mano | 11 settembre – 17 dicembre 2021, Milano
luglio 15, 2021 - Fondazione Arnaldo Pomodoro

PROJECT ROOM #14. Rosa in mano | 11 settembre – 17 dicembre 2021, Milano

Opening: venerdì 10 settembre 2021

Milano 14 luglio 2021. Con la #mostra Rosa in mano di Nevine Mahmoud e Margherita Raso con Derek MF Di Fabio, dall’11 settembre al 17 dicembre 2021 la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta il secondo appuntamento del ciclo espositivo 2021 delle Project Room, progetto “osservatorio” dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, affidato per quest’anno alla guest curator Eva Fabbris.

L’insieme dei lavori esposti è una danza di posizioni e di contatti fisici; è un confronto tra presenze e assenze, tra interi e parti, tra cromie e sensazioni.

Nevine Mahmoud (Londra, 1988 – vive e lavora a Los Angeles) e Margherita Raso (Lecco, 1991 – vive e lavora tra New York e Milano) radicano entrambe la loro pratica in un corpo a corpo con materiali e tecniche: opere scolpite o soffiate (vetro) per l’una, lavori a telaio meccanico o manuale per l’altra.

Il risultato consiste per Mahmoud in oggetti a sé stanti, rappresentazioni spiccatamente sensuali di pezzi di corpi o di elementi naturali che si presentano come forme “chiuse”, mondi scultorei auto-riferiti. l tessuti di Raso si danno invece come opere che non hanno una forma prefissata e stabile: superfici di grande qualità tattile e visiva che occupano gli spazi pendendo dal soffitto, aggrappandosi alle pareti, appoggiandosi su superfici trovate.

l motivi di Raso emergono dall’intreccio dei fili tessuti a telaio jaquard, a volte apparentemente astratti a volte più eminentemente figurativi: in quest’ultimo caso quello che accade su ciascun drappo è l’apparire di un insieme di silhouette di corpi, ripetuti e sovrapposti in un pattern veloce che potrebbe ricordare dei movimenti di animazione da cartoon, o dei brevi tratti cronofotografici. L’impatto materico del tessuto, con i suoi chiaro-scuri, il gioco opaco-lucido, il contraddittorio senso di peso panneggiato e dell’impermanenza della forma, precede e sovrasta la riconoscibilità di questo soggetto.

Mahmoud segue una traiettoria più “surrealisteggiante”, traducendo brani di corpo femminile e frutti ammiccanti nel più levigato dei marmi o in vetri soffiati vagamente decadenti. In un continuo gioco di superfici, che coinvolge anche i supporti – di volta in volta le sculture poggiano su basi opache o trasparenti, colorate e lineari, le sue sculture giocano una doppia carta di seduzione – la sensualità del soggetto (una lingua, un seno, una pesca) è esaltata e contraddetta dalla fredda e composta tattilità di marmi e vetri.

Il confronto tra le due artiste si espande grazie all’intervento di un terzo artista: Derek MF Di Fabio (Milano, 1987 – vive e lavora tra Perdaxius e Berlino). Il lavoro di Di Fabio spesso consiste in workshop, il cui risultato finale è di relativa importanza oggettuale. La sua attenzione poetica è spostata sulle situazioni, su come si possano ascoltare e interpretare.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare