Giovedì 4 novembre 2021 ore 20.30
Venerdì 5 novembre 2021 ore 20.00
Domenica 7 novembre 2021 ore 16.00
Auditorium di Milano, Largo Mahler
Dimitri Šostakovič Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi n. 1 in Do minore op. 35
Felix Mendelssohn-Bartholdy Sinfonia n. 3 in La minore op. 56, detta Scozzese
Orchestra Sinfonica di #Milano Giuseppe Verdi
Nobuyuki Tsujii Pianoforte
Alessandro Caruana Tromba
Roibert Trevino Direttore
Quando a Valery Gergiev è stato chiesto un pensiero su Nobuyuki Tsujii, il Maestro ha risposto: “Nobu non solo è un grande musicista, Nobu mostra a tutti noi che le risorse dell’essere umano sono virtualmente sconfinate. Ci mostra che non esiste praticamente niente che un essere umano non sia in grado di fare.” Sono parole che ci mostrano la labilità del confine tra arte e vita, un territorio di confine, forse quell’interregno in cui l’Arte è con la A maiuscola, e incarna quella funzione d’ispirazione a trascendere qualsiasi limite.
Nobuyuki Tsujii è un pianista geniale, e sarà all’Auditorium di #Milano insieme a #roberttrevino e l’Orchestra Sinfonica di #Milano Giuseppe Verdi giovedì 4 (ore 20.30), venerdì 5 (ore 20.00) e domenica 7 novembre (ore 16.00). La natura lo ha privato della vista, ma lo ha omaggiato di un talento senza eguali. Nobu è nato nel 1988, e fin da piccolo ha mostrato un talento musicale fuori del comune. Inizia il percorso di studi musicali a quattro anni, e nel 1995 vince il primo premio al concorso dedicato a studenti di #musica non vedenti, indetta dalla Helen Keller Association di Tokyo. Nel 1998 debutta con la Century Orchestra di Osaka, e a soli 12 anni si esibisce nella meravigliosa Suntory Hall di Tokyo. Nel 2005 vince il Premio della Critica al Concorso Chopin di Varsavia. La consacrazione di Nobu, tuttavia, avviene definitivamente nel 2009, quando si aggiudica il primo premio al concorso Van Cliburn. Con un repertorio immenso, che spazia da Chopin a Stravinsky, da Rachmaninov a Beethoven, il metodo di apprendimento di Nobu si fonda essenzialmente sullo studio a orecchio. Nel 2011 ha dichiarato in un’intervista: “Studio i brani a orecchio, ma ciò non significa copiare i CD o altre interpretazioni del repertorio che affronto. Chiedo ai miei assistenti di registrare speciali cassette per me. Dividono i brani i brevi sezioni, a manciate di battute, e le registrano a mani separate. Chiamo queste registrazioni ‘spartiti per orecchie’.”
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