Cookie Consent by Free Privacy Policy website WONDERFUL! La mostra conclusiva del premio a sostegno dell’arte italiana under 40.
dicembre 09, 2021 - museonovecento

WONDERFUL! La mostra conclusiva del premio a sostegno dell’arte italiana under 40.

Museo Novecento presenta

WONDERFUL!

La #mostra conclusiva del #premio a sostegno dell’arte italiana under 40

Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano e Margherita Raso

A cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli

8 dicembre 2021 – 12 gennaio 2022

Sala d’Arme - #palazzovecchio

In occasione di F-LIGHT #Firenze Light #festival 2021-2022 la Sala d’Arme in #palazzovecchio ospita la #mostra conclusiva di WONDERFUL! (8 dicembre 2021 – 12 gennaio 2022), il #premio a sostegno dell’arte  italiana  under  40  organizzato  dal  Museo  Novecento  e  promosso  dall’Assessorato  alla Cultura  del  Comune  di  Firenze  in  collaborazione  con  MUS.E  e  realizzato  grazie  all’impegno  di Publiacqua, sempre al fianco dell’arte contemporanea.

Dal  Rinascimento  in  poi,  Firenze  è  sempre  stata  luogo  di  sperimentazione.  Nelle  botteghe  si formavano i grandi talenti artistici e i mecenati sostenevano lo sviluppo delle arti e dell’artigianato di qualità. In un giardino nei pressi di San Marco, Lorenzo il Magnifico creò la prima Accademia dove la migliore gioventù artistica veniva premiata con importanti incarichi. Nei secoli la magnificenza di #Firenze è nata ed è cresciuta sul sostegno della creatività emergente, credendo nelle qualità delle avanguardie e creando le condizioni necessarie, economiche, politiche, sociali per l’affermazione dell’arte.

Il  premio  WONDERFUL!  è  nato  su  queste  basi  storiche  e  in  risposta  alla  pandemia  per  dare  un riconoscimento e un sostegno concreti alla nuova generazione di artisti italiani, duramente colpiti, insieme  all’intero  sistema  artistico,  dalla  crisi  sanitaria  ed  economica.  Attraverso  una  selezione pubblica  a  cui  hanno  partecipato  290  artisti,  una  giuria  composta  da  Pepi  Marchetti  Franchi, direttrice  di  Gagosian  Gallery  Roma,  Cristiana  Perrella,  già  direttrice  del  Centro  Pecci  di  Prato, Francesca  Pinzauti,  collezionista  e  imprenditrice  e  Paola  Ugolini,  curatrice  indipendente,  ha selezionato gli artisti Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano e Margherita Raso a cui è stata assegnata una borsa di studio della durata di un anno. La #mostra rappresenta il momento conclusivo di questo progetto e l'occasione per presentare al pubblico la ricerca di questi quattro eccellenti  artisti,  ospitati  nel  cuore  della  città,  a  Palazzo  Vecchio,  all’interno  di  una  sala  che  ha dedicato negli anni numerose esposizioni al contemporaneo, segno di un’attenzione costante alla produzione artistica più recente. In questa occasione si ricorda inoltre che tra gli anni Sessanta e Settanta  il  Comune  di  Firenze  metteva  annualmente  a  disposizione  di  giovani  pittori  e  scultori, anch’essi selezionati da una giuria, una Borsa di Studio. Da quel progetto nacque un corpus di opere che oggi fa parte delle Collezioni civiche del Novecento e che annovera artisti tra gli altri, come Maurizio Nannucci, Remo Salvadori, Sandro Chia.

L’intento di WONDERFUL!, dunque, è quello di raccontare gli sviluppi più recenti dell'arte in Italia attraverso la voce di quattro artisti nati tra la metà degli anni ottanta e la metà degli anni novanta. Le opere presentate in Sala d'Arme - tra installazioni e video - sono la fotografia di una generazione di nuovi autori, dei loro linguaggi, dei loro interessi e del loro sguardo sulla contemporaneità.

“Sono  particolarmente  felice  e  orgoglioso  dell’esito  del  progetto WONDERFUL!  -  dichiara Sergio Risaliti, direttore del #museonovecento - Siamo stati tra i primi in Italia a concentrare l’attenzione sul  destino  delle  nuove  generazioni  artistiche  nel  pieno  della  crisi  pandemica.  Lo  scorso  anno abbiamo lanciato un appello, chiedendo alla politica, ai collezionisti, agli imprenditori di ‘fare presto’ e di investire risorse per il sostegno dei giovani artisti, in modo da non perdere per strada il talento creativo  che  rappresenta  una  parte  cospicua  del  nostro  futuro  e  della  nostra.  Mi  voglio complimentare con Binta Diaw, Riccardo Giacconi, Marco Giordano, Margherita Raso, che si sono distinti  nel  panorama  italiano  con  la  loro  produzione  artistica.  Finalmente  siamo  arrivati  all’esposizione come ci eravamo ripromessi, un finale che vuole essere un inizio per questi giovani di talento”.

Gli artisti

Binta Diaw (1995), artista italo-senegalese, dopo aver studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha conseguito un Master all' ESAD Grenoble-Valence, in Francia.  Ha esposto in importanti mostre collettive tra cui quelle alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Guarene e Savvy Contemporary a Berlino. Nel 2020 ha presentato il suo lavoro in due mostre personali al MA*GA Museo d’Arte di Gallarate e alla Galleria Giampaolo Abbondio di Milano. Nello stesso anno si è classificata per il #premio Nocivelli e ha vinto la Bourse arts plastiques de la Ville de Grenoble.

Riccardo Giacconi (1985) ha studiato arti visive presso l’Università IUAV di Venezia.

Il suo lavoro è stato presentato in varie esposizioni, fra cui quelle presso Grazer Kunstverein a Graz, ar/ge kunst a Bolzano, MAC a Belfast, WUK Kunsthalle Exnergasse di Vienna, FRAC Champagne-Ardenne a Reims, tranzitdisplay a Praga, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Ha presentato i suoi film in diversi #festival, fra cui il New York Film #festival, l’International Film #festival Rotterdam, la #mostra del Cinema di Venezia, Visions du Réel, il Torino Film #festival e il FID Marseille, dove ha vinto il Grand Prix della competizione internazionale nel 2015.

Marco  Giordano  (1988)  dopo  aver  studiato  presso  l’Accademia  delle  Belle  Arti  di  Venezia  si  è trasferito a Glasgow (Regno Unito), dove vive e lavora.  Ha esposto in mostre personali presso The Modern Institute a Glasgow, Frutta Gallery a Roma e Tarsia a Napoli, Jupiter Artland a Edimburgo, e in mostre collettive presso il Museo della Montagna di  Torino,  Mediterranea  19  Young  Artist  Biennale,  Foundation  Group  EDF  a  Parigi,  Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, Otto Zoo Gallery a Milano, Fruitmarket Gallery ad Edimburgo.

Margherita Raso (1991) vive e lavora tra Basilea e Milano. Si è laureata presso l'Accademia di Brera a Milano e attualmente frequenta la Die Institut Kunst Fachhochschule Nordwestschweiz a Basilea, Svizzera. Le sue mostre personali includono quelle presso l'Abbazia di Santa Maria in Lucedio a Vercelli, Bible a New York, la galleria Fanta-MLN a Milano. Le sue opere sono state esposte presso: Museo MACRO a Roma; Villa Olmo a Como; Fanta-MLN a Milano; WPN-NYC a New York; WallRiss a Friburgo (CH); Museo MAMbo a Bologna; Armada a Milano; Komplot a Bruxelles.  

UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE  

Costanza Savelloni

Museo Novecento Firenze  

T: +39 055 291014 | pressmuseonovecento@museFirenze.it   

 INFORMAZIONI

Sala d’Arme – Museo di Palazzo Vecchio   

Piazza della Signoria, 50122 – Firenze  

www.museonovecento.it 

 Orario invernale (ottobre – aprile):  

Lun - Mar - Mer - Giov - Ven | 14:00 - 19:00 

Sab e Dom | 11:00 – 19:00  

L’ingresso è gratuito.  

Le opere

BINTA DIAW

Uati’s wisdom  2020

Extension capelli / Extension hair

Courtesy Galleria Giampaolo Abbondio

La ricerca di Binta Diaw indaga fenomeni sociali come la migrazione e l'immigrazione, le nozioni di identità e blackness, la percezione e la rappresentazione del sé. Nelle sue opere, spesso pensate come installazioni site-specific di grande formato, l’esperienza intima e autobiografica si fonde con una  riflessione  più  ampia  volta  a  mettere  in discussione  le  percezioni  ‘dell'italianità’  e ‘dell'africanità’ in relazione al proprio patrimonio culturale e alla propria educazione.

Uati’s Wisdom (la saggezza dell’acqua, dall’antico termine egiziano Uati, ovvero acqua dell’oceano) è una grande scultura tentacolare realizzata con extension per capelli. L’opera trae ispirazione dalla divinità delle acque marine, Mami Wata, venerata in diversi paesi dell’Africa Occidentale e da molti afro  discendenti  nel  mondo.  Portatrice  di  fertilità,  abbondanza  e  ricchezza, la  dea  viene rappresentata solitamente come una sirena bellissima, protettiva ma anche molto pericolosa. Nei secoli il suo culto, legato tradizionalmente al mondo femminile e al matriarcato, è stato ostacolato da colonizzatori e missionari che intendevano ridurre il potere delle donne in molte comunità. L’uso dei capelli da parte di Diaw richiama l’importanza che questi rivestono nella cultura di molte donne di origine africana, mentre la forma, circolare e accogliente, ma allo stesso tempo quasi mostruosa della scultura (che può ricordare un grande animale marino), rimanda alla violenza esercitata nei secoli sul femminino, il suo corpo e la sua simbologia.

RICCARDO GIACCONI

Piuccheperfetto (taitapuro) 2018 – 2021

Video, sonoro, 5’

Courtesy the artist

 Attraverso  l’uso  di  immagini  in  movimento,  installazioni  e  performance,  Riccardo  Giacconi  è interessato ad indagare le condizioni sociali e politiche in cui operano alcuni sistemi culturali, siano essi generi narrativi, movimenti, tradizioni o, più semplicemente, relazioni interpersonali. Piuccheperfetto è un lungometraggio che ritrae un adolescente alle prese con la sua immagine e la sua riproduzione sui social network. Il film è il racconto di una generazione persa nella miriade di rappresentazioni  del  sé  offerte  dalla  rete,  che  fluttuano  da  uno  schermo  all’altro  e  che continuamente si rigenerano. Una generazione priva di un'immagine unica perché intrappolata dal bagliore di tutte le possibili altre. 

L’opera che Giacconi presenta in #mostra è un capitolo di  Piuccheperfetto, la porzione finale del racconto, in cui un pupazzo - un Taitapuro nella cultura colombiana - viene incendiato. Le immagini richiamano alla mente i fantocci utilizzati nei rituali festivi popolari, inceneriti per i fini più vari, purificatori,  propiziatori,  di  saluto  o  di  espiazione.  In  questo  contesto,  oltre  ad  evocare  roghi medioevali, l’immagine richiama alla memoria la condanna a morte di Girolamo Savonarola il cui corpo venne arso al pubblico nel 1498 in piazza della Signoria, a pochi passi dalla Sala d’Arme.   

MARCO GIORDANO

To Disturb Somnolent Birds  2020

Resina e pigmenti, strisce a LED, Wii controller, componenti elettronici, secchi di jesmonite con casse audio, traccia audio, panchina di legno 

Sound design Alessio Dutto

Voce Silvia Andrea Giordano 

Courtesy of the artist and the Modern Institute, Glasgow

Giordano lavora con una polifonia di media - performance, scultura, scrittura di poesie, suoni - e realizza  installazioni  immersive  dal forte  impatto  estetico  e  dall’attitudine  introspettiva,  giocate sulla  relazione  tra  tecnologia,  umano  e  natura.  La  sua  ricerca  indaga  un  riposizionamento  del soggetto  a  partire  dall’Altro,  proponendo  una  dissoluzione  delle  gerarchie  che  avvalorano l’eccezionalismo umano. 

L’installazione To Disturb Somnolent Bird rievoca l’ipnagogia, quel particolare stato che si attraversa quando si passa dalla veglia al sogno e trae ispirazione dalla conferenza di Federico Garcia Lorca

Sulle Ninne Nanne (1928).

Diciannove sculture in resina, che ricordano nelle sembianze degli uccelli, sono collocate sopra la replica del tavolo di lavoro dell’artista. Una ninna-nanna viene amplificata nello spazio mentre una luce colorata fluttua tra le figure deformandole, come se queste continuamente si addormentassero per poi destarsi.  L’artista evoca lo spazio temporale e fisico di cui si fa esperienza poco prima del sonno, cercando di stimolare quelle allucinazioni sensoriali visive, tattili e sonore che accadono alla soglia della coscienza. Da un altro punto di vista l’opera fa riflettere su quel continuo stato di allerta e stimolazione connesso alla società moderna, in cui è difficile distinguere il confine tra tempo della produttività e riposo, lavoro e tempo libero. 

MARGHERITA RASO

Lentezza No. 1 2021

Lentezza No. 2 2021

Lentezza No. 3 2021 

Tessuto jacquard, passamanerie, filo piombo, tubi di rame 

Courtesy l’artista e Fanta-MLN, Milano

Prodotta da APTITUDEforthearts

L'interesse  per  la “pelle” degli  oggetti  e  per  le  differenti modalità  di percezione     e comprensione dell’opera informa tutta  la  pratica  di  Margherita  Raso. Attraverso l’utilizzo della tecnica jacquard, l'artista indaga il ruolo e il significato di superficie.  Raso realizza rilievi di diverse scale e dimensioni, ovvero disegni intessuti, nell’intento di entrare nello spazio simultaneamente con un dipinto e una scultura, sottraendo entrambi dalla loro immobilità.   

Le opere Lentezza No. 1, Lentezza No. 2 e Lentezza No. 3 sono state sviluppate dall'artista negli ultimi due anni. Qui, il corpo (umano) si astrae in colore e luce, risultando nell'incontro di fili rossi e blu, due colori convenzionalmente utilizzati nella visualizzazione dei due estremi dello spettro termico. L’attenzione per l'interazione tra i corpi è stata applicata al paesaggio rurale delle risaie piemontesi e si è sviluppata poi attraverso un'approfondita ricerca sulle opere figurative dei divisionisti italiani.

In particolare Raso ha guardato al pittore Angelo Morbelli (1853-1919), che spesso incentrava i suoi dipinti, riccamente strutturati, sulla vita e sul lavoro della classe operaia nel Nord Italia. Le opere in #mostra si basano su immagini aeree di una risaia, che l’artista ha realizzato utilizzando un drone, registrandone i cambiamenti durante il passaggio di quattro stagioni. Ciascuna delle opere emerge dalla griglia e si incontra nella croce, per indagarne i significati e i cambiamenti di stato.


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