Cookie Consent by Free Privacy Policy website Ab umbra lumen omar galliani incontra bibiena al piccolo museo della poesia
maggio 10, 2022 - Espoarte

Ab umbra lumen omar galliani incontra bibiena al piccolo museo della poesia

Piacenza, all'interno di una chiesa barocca affrescata dal maestro del quadraturismo barocco Ferdinando Galli Bibiena, ha sede una realtà museale "gioiello" – il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo – ora teatro dell'affascinante dialogo tra il sopracitato Bibiena, autore dell'affresco della cupola e il maestro contemporaneo Omar Galliani che si attua nella mostra Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena, in corso fino al 24 settembre.
Nell'intenso ed appassionato dialogo con Massimo Silvotti – ideatore e direttore generale del Museo, nonché curatore della #mostra – ripercorriamo la storia del Museo e la genesi della #mostra...

Il Piccolo Museo della Poesia che lei dirige è un luogo unico in Italia. In primo luogo perché ha sede in una location d'eccezione come la Chiesa di San Cristoforo, in cui è conservata la collezione del Museo ma, soprattutto, perché è luogo vivo di relazione tra le persone che "vuole essere inteso e vissuto nella sua dimensione collettivo-performativa".
Ci espone la straordinarietà di questo luogo e come nasce la volontà di dar vita ad un progetto straordinario che coniuga poesia ed arte? Parto dalla premessa della sua domanda per provare ad ampliarne il senso e il significato; il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo non è soltanto l'unico museo della poesia a livello nazionale, ma lo è anche a livello mondiale. Questa affermazione che potrebbe apparire un tantino azzardata, in realtà si giustifica per il riconoscimento in questo senso di diverse centinaia di poeti rappresentativi di 55 paesi del mondo, dall'India, al Canada, dalla Svezia ai Balcani, da Israele all'Argentina, dal Giappone alla Cina, alla Russia, agli Stati Uniti, e così via. Del resto, per unicità del Museo a livello mondiale s'intende un luogo dove al fianco di iniziative inerenti l'universo poetico, esista un'effettiva collezione museale. Fatta questa precisazione, vengo alla seconda parte delle sue considerazioni che ritengo ancor più significativa. In effetti il Museo della Poesia si caratterizza precipuamente per due peculiarità. La prima è la dimensione itinerante e performativa. La seconda è la scelta dell'organigramma museale che è esclusivamente composto da poeti e artisti. Dal 2014 ad oggi sono molteplici le performance, in prevalenza collettive, che abbiamo proposto e che hanno visto il concorso di centinaia e centinaia di poeti, artisti e scienziati, i più diversi per sensibilità e discipline praticate. Dalla poesia alla pittura, dalla danza al teatro, dalla scultura alla musica classica, dal jazz al cinema, dalla filosofia all'astrofisica, dall'economia alla sociologia. Solo qualche esempio, dal 2014 ad oggi: la #mostra itinerante a Piacenza (Museo e Palazzo Farnese) e a Lucca (Palazzo Ducale) "Ungaretti e la Grande Guerra – L'acrobata sull'acqua", con 17 artisti tutti docenti di alcune Accademie di Belle Arti italiane che hanno rivisitato 17 poesie di guerra del grande poeta nato ad Alessandria d'Egitto. Tre edizioni, a Piacenza e a Milano de "La Piuma sul baratro" (Piazza Duomo e Palazzo Farnese a Piacenza, e Teatro Barrios' a Milano), maratone poetiche e performance artistiche di 25 o 27 ore ininterrotte. Al Museo Mudec di Milano "La pelle dei Pittori e il sangue dei Poeti", un incontro di 8 coppie tra artisti e poeti che hanno realizzato di fronte al pubblico presente una loro opera condivisa. Di notte, in una piazza di Piacenza, "L'infinito finite volte", una performance sia individuale (ho letto per oltre sei ore consecutive L'infinito di Leopardi), sia collettiva con un dibattito tra scienziati e filosofi sul concetto d'infinito. Sempre di notte, ma alla Galleria Alberoni a Piacenza, "I Poeti e la Luna", una notte magica tra poesia, #arte, storia e scienza, nel cinquantesimo anniversario dello sbarco dell'uomo sulla Luna. Nel centro storico di Firenze, "La marcia silenziosa dei Poeti che portano il loro museo in regalo" e a Ravenna, fino alla tomba di Dante, "La marcia non silenziosa dei Poeti"; entrambe le performance hanno visto la partecipazione di un centinaio di poeti provenienti dall'Italia e dall'estero che hanno marciato a sostegno della sopravvivenza del Museo, in un momento di grave difficoltà economica. "Contagiamoci di Poesia", si è trattato di una performance sulla Rete che ha coinvolto poeti e artisti da tutto il mondo, con registrazioni e filmati. Eravamo in piena pandemia e dopo 2 mesi di performance, abbiamo registrato oltre mille contributi, da 55 paesi. Altro grande momento di autentica commozione, la performance poetica a cura di tutto il direttivo del Museo, di fronte al capolavoro di Antonello da Messina dal titolo "Omaggio all'Ecce Homo". Nell'anno di Dante, due differenti proposte: il "Convegno Multidisciplinare e Performativo – il Punto di fuga siamo noi", un autentico esperimento, in cui a fianco alla consueta dimensione di studio, abbiamo affiancato delle autentiche irruzioni artistico musicali; a seguire, qualche mese dopo, l'intera lettura della Divina Commedia senza interruzioni e in 13 lingue differenti con poeti di tutto il mondo dal titolo "Cento Poeti per Cento Canti". Per finire, è di questi giorni, "La soglia", un reading poetico contro la guerra, in parte in presenza e in parte online su maxi schermo, svoltosi sulla soglia del Museo, nella piazzetta antistante, come segno simbolico di una soglia da non oltrepassare. Insomma il Piccolo Museo della Poesia ambisce a rendersi unico non solo in senso formale, ma soprattutto per le idee, per le proposte che mette in essere. Per noi non esistono steccati tra i diversi linguaggi artistici; la frequentazione, l'intreccio, la contaminazione tra le arti rappresentano, per chi ne fa parte e per chi ne fruisce, opportunità uniche che allargano qualitativamente le funzioni e le potenzialità dell'arte e della poesia.

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