Cookie Consent by Free Privacy Policy website EUGENIO IN VIA DI GIOIA_Fuori oggi il nuovo singolo "PORTAMI" anticipato da un esperimento sociale
marzo 22, 2024 - Woodworm Music

EUGENIO IN VIA DI GIOIA_Fuori oggi il nuovo singolo "PORTAMI" anticipato da un esperimento sociale

Esce oggi "PORTAMI", il nuovo singolo degli EUGENIO IN VIA DI GIOIA (https://eivdg.lnk.to/portami), anticipato e accompagnato da un esperimento sociale e digitale coraggioso, al tempo stesso distopico e realista, che ha preso vita al Porto di Genova dal 17 marzo ad oggi, 22 marzo, coinvolgendo l'intera collettività.

Da sempre in direzione ostinata e contraria, gli Eugenio sono partiti per un viaggio senza smartphone che hanno abbandonato al Porto di Genova (Porto Antico, al Molo Vecchio) posizionandoli all'interno di una teca rivolta verso il mare, fulcro di un'installazione simbolica, fisica e digitale.

Dal 17 ad oggi è rimasta attiva una diretta continua da uno degli smartphone sul canale YouTube degli Eugenio in Via Di Gioia. La band ha invitato i passanti ad animare questa lunga maratona non-stop con messaggi, gesti, contenuti, performance, oggetti o semplici istanti di vita quotidiana fino al loro rientro.

Una volta sbarcati, questa mattina, gli Eugenio hanno suonato live il loro nuovo singolo "PORTAMI" davanti ai telefoni all'interno dell'installazione e insieme alle persone presenti, prendendo parte anche loro, finalmente, a questa "opera collettiva".

Cosa succede a un granello di sabbia che viene intrappolato in una conchiglia prima di diventare perla?

Ecco come nasce "Portami". Una canzone che racconta il viaggio di una conchiglia negli angoli più reconditi del pianeta. Quella che sembrava essere la sua malattia, con il tempo, diventerà il simbolo per antonomasia di bellezza.

«"Portami" è la nostra ultima canzone ed è dedicata a chi vuole abbandonare la routine quotidiana, farsi portare oltre l'orizzonte e ritrovarsi. Per questo motivo siamo partiti per andare in un luogo lontano da casa lasciando i nostri telefoni al Porto di Genova e, in mezzo al mare, abbiamo trovato la perla dentro una conchiglia. Buon viaggio!»

Così, legandosi al significato del brano, l'obiettivo o meglio, il desiderio degli Eugenio in Via Di Gioia, era che al ritorno dal loro viaggio, l'intero scenario intorno all'installazione, raccontasse un'altra storia rispetto al giorno della loro partenza e che ognuno si fosse abbandonato, per un attimo, al momento, e si fosse lasciato spontaneamente trasformare dal contesto.

Hanno immaginato uno spazio che fosse un megafono per chiunque desiderasse partecipare, parlare, incontrarsi, comunicare, esibirsi, fermarsi, prendersi cura e tempo per sé e gli altri: questo significava interagire con l'installazione.

Questo esperimento ha rivelato qualcosa di importante: la curiosità dell'essere umano e il desiderio di scoperta, insieme al fascino primordiale per il nuovo, il misterioso, portano ad avvicinarsi all'oggetto o il contesto che li suscita e ad aprirsi inconsciamente a ciò che non sappiamo, non conosciamo. Le reazioni a tutto questo sono molteplici, come lo sono state quelle di chi è passato in questi giorni nello spazio creato dagli Eugenio, ma ogni approccio alla situazione ha sicuramente cambiato, anche solo per un momento, il modo di percepirsi e di percepire quello che si ha intorno. Ognuno ha trasformato la realtà con la sua presenza e si è lasciato trasformare dal contesto: c'è chi ha interagito salutando la propria mamma, chi ne ha approfittato per esibirsi e amplificare la propria voce, qualcuno si è scambiato un bacio davanti ai telefoni,  qualcuno si è fermato per il defaticamento dopo una corsa, altri ancora hanno occupato lo spazio per disegnare, per lasciare messaggi, gruppi di persone hanno scelto questo spazio per praticare sport, yoga, tai-chi, qualcuno è rimasto fermo in silenzio davanti agli smartphone, a indagare la situazione, qualcuno ha mostrato timore, resistenza o indifferenza nei confronti di una diretta social 24/7.

La parola chiave di questa settimana è sicuramente stata "insieme", un insieme composto da tante individualità che sono diventate collettività all'interno del cerchio disegnato a terra e che hanno condiviso un'esperienza personale e comune al tempo stesso, ognuna con il proprio stato d'animo, il proprio corpo e pensiero.
Il mare ha fatto da genitore premuroso, attento e protettivo a questo spazio e ai suoi occupanti, lasciandoli liberi di essere se stessi.
Il porto è stato un luogo non solo di passaggio, di andate e ritorni, ma di fermata, di sosta, un porto che ha portato la gente a restare in un viaggio a terra si cui è stata protagonista.
La tecnologia ha fatto da megafono per le "voci" di tutti ed è stata un mezzo totalmente inclusivo, in questa occasione, e un occhio sempre aperto alla vita che è successa all'interno dell'installazione.

Cosa è successo al Porto Antico di Genova?

Se uno smartphone ha ripreso costantemente tutto ciò che accadeva in diretta su YouTube, gli altri 3 telefoni, collegati agli account Instagram e TikTok dei ragazzi, sono rimasti a disposizione del pubblico che ha potuto attivarli nel momento in cui ha lasciato il suo contributo diventando protagonista di questo spazio reale e virtuale al tempo stesso.
Il confine tra reale e digitale è quasi impercettibile oggi, ma la forma artistica ha bisogno ancora di un luogo fisico, pubblico e libero per poter contare su un porto sicuro di incontro, di sperimentazione e di scambio culturale.
In questo senso, la totale autonomia nella gestione delle performance e l'occupazione, in senso civico, dello spazio fisico del Porto, è diventata per tutte e per tutti una scelta di partecipazione attiva, atterrando sul digitale, mezzo che notoriamente amplifica le voci senza alcun filtro critico.

Il palcoscenico a terra è stato disegnato direttamente dagli Eugenio e riprende la copertina della nuova release, un cerchio che non si chiude, una sorta di conchiglia, sempre aperta e mai escludente, in cui la persona, esprimendo la propria artisticità, diventa preziosa.
Il porto, come piattaforma fisica, e la teca, sono stati lo spazio in cui tutto ciò che è successo ha contribuito a trasformare un luogo pubblico e di passaggio in un punto di incontro significativo che si riempie spontaneamente di senso.

Uno spazio che diventa partecipazione in cui la cittadinanza può essere parte attiva e le persone possono essere semplicemente loro stesse modificando i connotati del luogo e plasmando, con la propria presenza e azione, la realtà.

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